venerdì 1 maggio 2020

Campagna nazionale Liberare le Tracce dell'Infanzia

Lanciata da LUNGI la Campagna Nazionale di diffusione della pubblica gioia


Abbiamo aderito subito alla campagna nazionale promossa da LUNGI, Libera Università del Gioco di cui siamo parte, convinti che sia una buona strada per pensare il futuro prossimo venturo. Il libro "Scarpe Blu. Come educare i bambini a muoversi in città in autonomia e sicurezza" può essere un utile supporto per dare il via a percorsi urbani giocabili facili da realizzare. A breve metteremo a disposizione la favola "Elena, Ernesto e le Scarpe Blu" nella nostra pagina fb.
"Considerati questi tempi di ristretta libertà invitiamo i genitori (o a chi della prole si prende cura) a che, nelle uscite sotto casa con i bambini/e, si arricchiscano le passeggiate con “soste colorate” .
Vista la circolare del decreto 15350/117 del 31/03/2020 che permette ad un genitore, o chi per loro, di camminare con il minore pur restando in prossimità della propria abitazione e sperando di poter iniziare a stare all’aperto con maggior libertà, ci piacerebbe che possiate esprimere la vostra creatività ,creare ponti e lasciare tracce di allegria grazie alle ”soste colorate” .
L’idea viene da lontano, dall’Australia anch’essa in tempi di Covid 19, e sembra che stia positivamente “contagiando” tanti per la sua carica di “virulente” gioia diffusa.
Per questi contagi positivi basterà premunirsi di gessetti colorati (si possono trovare anche in tabaccheria) intenzionalmente usati per lasciare messaggi briosi ed inviti alla gentilezza sul marciapiede che si percorre. Se non potete con i gessetti prendete penne, carta, pennarelli, filo, mollette e appendete i messaggi lungo il percorso.
Ma questo non è una regola, è più un lieto suggerimento, perché sicuramente sarà la possibilità della libera espressione – per altro già connaturata nei bambini e nelle bambine – che lascerà sprizzare con vivacità il colore nelle tante forme ancora da immaginare, tutte capaci di strappare sorrisi agli adulti.
E questo farà bene alla comunità allargata."

L'aula è fuori.

Condividiamo un articolo di Orizzonte Scuola sulle aule all’aperto. Ne condividiamo gran parte i contenuti e molti dei riferimenti segnalati nell’articolo da Lidia Tavani, antropologa e pedagogista, sono anche nostri.
Immersi nello straniamento del vuoto degli spazi pubblici e delle scuole deserte, insieme ad altri condividiamo un tempo di riflessione, di confronto, di costruzione di proposte per disegnare un orizzonte per la scuola che verrà da settembre. Una scuola dove l’aula non sarà (non potrà essere) l’ambiente principale di apprendimento, una scuola che immaginiamo senza (o con pochi e permeabili) muri. Una scuola senza confini tra il dentro e il fuori, sia esso il cortile, il quartiere, la città.
Lo spazio come terzo educatore (Malaguzzi 2010) è una condizione conosciuta in passato e ri-conosciuta in tempi recenti. Se lo spazio è il terzo educatore è tanto importante il setting “per esperienze complete e coinvolgenti”, quanto il riconoscere e rendere ‘agibile’ il potenziale educativo di ogni tipo di spazio, che sia interno, esterno, urbano, naturale. Ce lo racconta la Carta delle Città Educative, che ha dato vita a Barcellona ad una rete di città attive dal 1991. Il potenziale educativo si fa concreto se gli spazi sono accessibili e, se non lo sono, occorre fare in modo che lo diventino.
Ci occupiamo da quando siamo nati di qualità di tempi e spazi a scuola e in città. Non creiamo spazi a misura di bambino, ma siamo promotori di luoghi in cui stare bene, spazi che offrono opportunità di fare esperienza con tutti i sensi, sperimentare, giocare, muoversi, imparare… soprattutto imparare facendo. Siamo promotori di ‘spazi intelligenti’ come risultato del coinvolgimento di tutti coloro che li vivono, in primis i bambini e i ragazzi. Una delle nostre parole chiave è partecipare: nell’esplorare, nel condividere esperienze, nello sviluppo di idee progettuali, nel realizzare le trasformazioni, sempre ‘in divenire’. Ne parleremo ancora, qui e altrove.