Organismi internazionali, Unione Europea, Organizzazione Mondiale della Salute da anni promuovono il movimento e la mobilità scolastica a piedi e in bicicletta a partire dalla scuola primaria attraverso pubblicazione di dossier, incontri internazionali, scambi di buone pratiche, iniziative e progetti.
Il CNR in Italia ha sviluppato e pubblicato studi e
ricerche-azioni sul tema e sull’autonomia dei bambini, esiste un’ampia
bibliografia e raccolta di esperienze avviate almeno da 20 anni.
Il Ministero dell’Ambiente un anno fa ha pubblicato un bando – cui hanno partecipato tanti Comuni italiani – per co-finanziare azioni sperimentali di percorsi casa scuola e casa lavoro.
… e potremmo proseguire anche con un lungo elenco di buone pratiche intelligenti sul tema.
Che cosa sta succedendo nel nostro Paese?
Per una questione di responsabilità – ma non siamo per nulla convinti che sia solo per questo – in molte scuole si sta inibendo in ogni modo il ritorno a casa degli allievi in autonomia fino ai 14 anni. In diversi casi questa decisione comprende anche l’ingresso a scuola.
Questa presa di posizione - che si tramuta in atti concreti (inibenti e di divieto) – ha ricevuto “nuovo vigore” dalla pubblicazione di una sentenza della Corte di Cassazione in relazione ad un evento drammatico accaduto 15 anni fa.
Bambini sempre accompagnati fino a scuola, fino a casa, ovunque. Dove va a finire il diritto di crescere? Dove vanno a finire i diritti dei bambini, promossi dalla Convenzione internazionale dell’infanzia e divenuti legge dello Stato nei Paesi sottoscrittori inclusa l’Italia?
Siamo tutti inadempienti! Le scuole che rinunciano, i Comuni che non si occupano –o mal si occupano- della mobilità urbana attorno alle scuole e dell’accessibilità autonoma agli spazi pubblici, il MIUR e gli uffici decentrati che non si pronunciano o invitano alla prudenza o delegano alle singole scuole decisioni in merito.
1200 Comuni si sono riuniti a Vicenza in occasione dell’Assemblea Annuale dell’ANCI. Ci auguriamo che la questione sia stata posta e discussa, là e altrove. Una netta, decisa inversione di tendenza è necessaria!
Il Ministero dell’Ambiente un anno fa ha pubblicato un bando – cui hanno partecipato tanti Comuni italiani – per co-finanziare azioni sperimentali di percorsi casa scuola e casa lavoro.
… e potremmo proseguire anche con un lungo elenco di buone pratiche intelligenti sul tema.
Che cosa sta succedendo nel nostro Paese?
Per una questione di responsabilità – ma non siamo per nulla convinti che sia solo per questo – in molte scuole si sta inibendo in ogni modo il ritorno a casa degli allievi in autonomia fino ai 14 anni. In diversi casi questa decisione comprende anche l’ingresso a scuola.
Questa presa di posizione - che si tramuta in atti concreti (inibenti e di divieto) – ha ricevuto “nuovo vigore” dalla pubblicazione di una sentenza della Corte di Cassazione in relazione ad un evento drammatico accaduto 15 anni fa.
Bambini sempre accompagnati fino a scuola, fino a casa, ovunque. Dove va a finire il diritto di crescere? Dove vanno a finire i diritti dei bambini, promossi dalla Convenzione internazionale dell’infanzia e divenuti legge dello Stato nei Paesi sottoscrittori inclusa l’Italia?
Siamo tutti inadempienti! Le scuole che rinunciano, i Comuni che non si occupano –o mal si occupano- della mobilità urbana attorno alle scuole e dell’accessibilità autonoma agli spazi pubblici, il MIUR e gli uffici decentrati che non si pronunciano o invitano alla prudenza o delegano alle singole scuole decisioni in merito.
1200 Comuni si sono riuniti a Vicenza in occasione dell’Assemblea Annuale dell’ANCI. Ci auguriamo che la questione sia stata posta e discussa, là e altrove. Una netta, decisa inversione di tendenza è necessaria!
Per
questo motivo, con altri soggetti e associazioni italiane abbiamo promosso la
petizione diretta al Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni “Bambini autonomi
o abbandono di minore?” (https://www.change.org/p/paolo-gentiloni-bambini-autonomi-o-abbandono-di-minore) che in pochi giorni ore ha superato le 50.000 firme.
Questo
il testo della petizione:
“Chiediamo che la legge specifichi che non si
considera mai abbandono di minore la normale attività autonoma dei bambini e
dei ragazzi (come l'andare e tornare a scuola da soli, il giocare nei parchi
pubblici o nei cortili senza sorveglianti, lo spostarsi in quartiere o in paese
in autonomia), e che nessun genitore, insegnante, educatore o
preside possa essere considerato responsabile di abbandono in queste
condizioni.
Non vogliamo crescere una generazione di bamboccioni!
E una città fatta di auto, scorte e paure. In tanti paesi del mondo i bambini
si spostano in autonomia e non ci sono evidenze di maggiori rischi.”