Accade che ci siano scuole che fanno divieto di svolgere
attività motorie e uscite didattiche, per il timore che qualcuno si faccia male.
Questioni di assicurazione. La Carta di Toronto promuove il movimento per
tutti, a partire dai bambini, come fattore determinante per la salute. Ma i
primi ostacoli che impediscono il movimento vengono da regole e norme che non danno la libertà di muoversi, con il
rischio di 'immobilizzare il futuro' dei bambini!
Nel nostro paese l’INAIL tutela gli allievi dalla scuola
primaria in poi (ma non per tutte le attività, in particolare non per le
attività ludiche!), ne sono esclusi i bambini delle scuole materne e dei nidi.
Per garantire la tutela dei bambini in Italia occorre pagare un’assicurazione aggiuntiva (privata). Sono pochi euro, ma è il principio che conta. Se poi ci sono famiglie che non pagano, ecco scattare il blocco delle attività valutate a rischio. In altri paesi europei non c’è bisogno di un’assicurazione aggiuntiva, c’è un sistema pubblico di tutela, che copre tutte le attività incluso il percorso da casa a scuola e viceversa. A quando la necessaria revisione della normativa esistente?
Per garantire la tutela dei bambini in Italia occorre pagare un’assicurazione aggiuntiva (privata). Sono pochi euro, ma è il principio che conta. Se poi ci sono famiglie che non pagano, ecco scattare il blocco delle attività valutate a rischio. In altri paesi europei non c’è bisogno di un’assicurazione aggiuntiva, c’è un sistema pubblico di tutela, che copre tutte le attività incluso il percorso da casa a scuola e viceversa. A quando la necessaria revisione della normativa esistente?
I divieti e le ferree regole sulla sicurezza, sottintendono
una credenza tanto diffusa quanto sbagliata: che meno i bambini si muovono e
più viene tutelata la loro salute e ridotto il rischio di infortunio. Ma è
proprio la mancata esperienza motoria (e ludica) che inibisce lo sviluppo delle
competenze di auto protezione!
In attesa di una legge che riveda la materia, le scuole
hanno sempre la possibilità di inserire nel POF, le attività ludiche e di
movimento come parte integrante dell’azione educativa e didattica, a carattere
sistematico poiché quotidiano. Magari considerando tutto lo spazio – interno, esterno – evitando la diffusa pratica di
far trascorrere il tempo della ricreazione o della pausa post-mensa a ciascuna
classe nel proprio ‘recinto’, di solito prossimo ai muri della scuola e
possibilmente pavimentato con cemento o ghiaia.
Il 20 novembre si celebra l’anniversario della Convenzione
Internazionale dei Diritti dell’Infanzia. Una riflessione a tutto campo si
impone. Sarebbe interessante che lo diventasse anche nella città di Treviso,
dove è in corso il processo di costruzione di un Patto educativo, aperto al contributo delle scuole, genitori, associazioni, ULSS. Noi sosteniamo la città educativa (quando è fatta propria da tutta l'amministrazione locale) e proponiamo il K2E - Kilometro
Quadrato Educativo – un patto attraverso il quale si definiscano le regole e le
azioni per rendere accessibile, vivibile e sicuro almeno 1 kmq attorno ad ogni scuola.
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